Ho seguito il corso sul Mandala tarologico nell’anno 2018/19 e ho assistito a diverse esperienze R.E.V. che Simonetta ha condotto  sugli allievi.

A chi desiderava sottoporsi a questa esperienza, chiedeva quale aspetto della  vita, quale argomento volesse approfondire, e successivamente di prendere contatto con l’arcano che porgeva senza guardare l’immagine, ma di descrivere quello che percepiva dal contatto con la carta.                                 

A distanza di tempo ricordo ancora una R.E.V. sperimentata su di me.       

Ho sempre avuto difficoltà a sentirmi amata e accettata dalla mia famiglia materna. In particolare ho sempre sentito distanti e anafettivi i miei nonni materni, anche se ricordo con piacere le vacanze trascorse a casa dalle zie e i giochi con i miei cugini. Quel giorno espressi questa tematica sepolta profondamente nel mio cuore. D’altronde a chi sarebbe stato possibile esternare questo sentimento così intimo se non fossi stata in un contesto così protetto come quello? Simonetta mi porse un Arcano con l’immagine girata, ma nonostante fossi concentrata e in ascolto delle mie sensazioni non accadde nulla per un bel po’ di tempo. Poi, dopo un tempo che mi parve interminabile, mi apparve l’immagine del mio albero genealogico: era un alloro. Mi chiese di raccontare che aspetto avesse. Dall’albero partivano  due rami, quello di destra ricco di foglie lucide e verdi, quello di sinistra sofferente e completamente secco, nemmeno una foglia…. Descrissi l’immagine e (mi sembra che) Simonetta mi porse un altro Arcano chiedendomi di respirarlo e di ascoltare che cosa accadeva….passarono alcuni minuti e non accadeva nulla. Mi sentivo impietrita, secca come il ramo sinistro del mio albero. Non percepivo assolutamente nulla. Simonetta mi porse ancora un Arcano, e concentrandomi su di esso, dopo poco sentii arrivare un’onda calda che saliva al cuore, come se improvvisamente il mio sangue avesse ripreso a circolare e mi riscaldasse sciogliendo il grumo duro e secco dentro al mio petto, nel mio cuore. Non riuscivo a trattenere le lacrime e ho pianto a lungo, annaffiando finalmente il mio albero, osservandolo con tenerezza e visualizzando il ramo secco a poco a poco si riempiva di foglie verdi. Ricordo che l’emozione che mi aveva travolta richiese un tempo piuttosto lungo per sedimentarsi. Ricordo anche che anche le compagne di corso che avevano assistito alla R.E.V. erano emozionate dalla mia trasformazione e constatavano che anche il mio viso aveva cambiato colore, da pallido a rosato.                 

Da allora sono orgogliosa del mio albero genealogico, un alloro rigoglioso con le foglie verdi, e nessun ramo secco.                                                                                                      

Ogni Albero genealogico è composto da tante persone, molto spesso accade che qualcuno dimentichi di annaffiarlo, di curarlo. E così, qualcun altro entra in sofferenza. Ascoltarla e prendersene cura permette di guarire sè stessi e tutto l’Albero.                              

Grazie Simonetta.